La storia di Francesca Surano, salentina DOC ma cittadina del mondo, è una storia di imprenditoria femminile, ma anche di passione, divulgazione, cultura. Con il suo progetto Santa Domenica, infatti, ha portato in Puglia caffè e cioccolato di alta qualità, ma anche strumenti per comprendere il cibo con uno sguardo nuovo, più attento e consapevole, abbracciando un modo di vivere che dà valore al tempo e alle piccole cose.

Dal Salento all’Honduras, passando per Roma: la storia di Francesca
Francesca Surano è un’imprenditrice, consulente, formatrice pugliese, nonostante il suo accento non riveli subito le sue origini. È stata tanto tempo lontana dalla sua terra natia: prima perché il Salento le stava stretto, poi perché il suo lavoro l’ha portata nelle città più disparate, a inseguire quella che è diventata la sua vocazione, divulgare il caffè.
Vocazione che è nata un po’ per caso e un po’ per segno del destino: si è approcciata al mondo della ristorazione facendo quei lavoretti da studentessa universitaria. Ha iniziato come lavapiatti, poi è stata cameriera, poi barista in un locale che le ha dato una consapevolezza diversa.
È in quel locale che si è avvicinata al mondo del caffè: per svolgere al meglio il ruolo da barista, si è messa a studiare, quasi per gioco, formandosi da alcuni trainer SCA, uno dei quali è diventato prima suo mentore e poi suo marito, Andrej Godina.
SCA è un acronimo forse poco noto ai non addetti ai lavori, ma molto rilevante per chi lavora con il caffè: si tratta della Specialty Coffee Association, un’organizzazione internazionale che promuove la cultura del caffè di qualità, fornendo formazione, certificazioni e standard di riferimento per i professionisti del settore.


Il caffè come bussola
Ha gestito per 7 anni una caffetteria a Roma e in quel periodo ha iniziato il suo ruolo da formatrice, facendola diventare itinerante.
“Ho vissuto in modo completamente itinerante per un lungo periodo, durante il quale ho capito che mancava la formazione sul campo, che le persone dall’altra parte del mondo avevano bisogno di essere rese più protagoniste, volevo far conoscere tutte le persone coinvolte nella filiera”.
Il caffè per lei non era più solo lavoro, ma la sua carriera da consulente la teneva lontana dalla sua famiglia e spesso dall’Italia. La voglia di riscoprire la sua terra e la vita lenta, però, è stata più forte di tutto.
“Quando viaggi tanto in quei paesi, dove i ritmi sono lenti, ti torna la voglia di semplicità. Dopo essermi sposata con il mio compagno, è nato in me il bisogno di fermarmi. Ci siamo trasferiti in Salento e, a posteriori, ci siamo chiesti perché non l’avessimo fatto prima”.

Santa Domenica vende caffè specialty e generi alimentari buoni, giusti e di filiera corta
“In Salento esiste il rito del caffè, ma non esiste la cultura del caffè specialty e io avevo bisogno di azzardare, dedicarmi a un progetto tutto mio. Volevo importare il caffè dai produttori che ho conosciuto personalmente in questi anni, dalla mia piantagione in Honduras, tostarlo qui e venderlo in Salento e in Puglia. Voglio divulgare la cultura del caffè sul territorio e promuovere il consumo consapevole di cibo e bevande”.
Con queste parole, tanto dirette quanto spiazzanti, Francesca racconta perché ha dato vita al progetto Santa Domenica. La definiremmo una torrefazione pugliese, ma sarebbe riduttivo.
Basta ascoltarla e vedere la luce nei suoi occhi per capire che è molto di più: è un progetto a sostegno di realtà agricole che sono invisibili a gran parte del mercato, dove il caffè diventa racconto di terre e persone lontane (in ogni cartolina è indicato il nome e cognome dei produttori) e il cibo una scelta consapevole.
Perché Francesca non vuole vendere solo caffè specialty, ma anche cioccolato. E anche questo ha una storia da ascoltare.
Il cioccolato lento di Santa Domenica
Il cioccolato di Santa Domenica ha due caratteristiche importanti, e non ci riferiamo a quelle sensoriali: è nato da un’intuizione, da una sperimentazione dovuta al cambiamento climatico. Diventa tavoletta grazie alla collaborazione tra Santa Domenica e LIM Chocolate, produttore di cioccolato bean-to-bar in provincia di Cuneo.
“Il cioccolato bean-to-bar è un cioccolato che nasce da una lavorazione artigianale che segue l’intero percorso del cacao: dalla selezione delle fave (bean) fino alla creazione della tavoletta (bar). Lo produciamo scegliendo personalmente le fave di cacao e curandone ogni fase di trasformazione. È un modo di fare cioccolato che premia la qualità, la pazienza e il rispetto per la materia prima”.
Un cioccolato lento, che viene prodotto in Piemonte e poi torna in Puglia.
Ed ecco svelato un altro obiettivo di Francesca: far conoscere il fine chocolate nel territorio pugliese.

Santa Duminica: a ispirarla è stata sua nonna
Alla base del progetto di Francesca c’è il concetto di vita lenta, che si riflette anche nel nome che ha scelto. Un nome che richiama l’infanzia e la figura di sua nonna, una contadina che, con la sua vita semplice, ha ispirato Francesca in modo profondo.
“Santa Duminica è un’esclamazione in dialetto salentino per esprimere il senso di soddisfazione e di pace, quando è tempo di riposo. Era l’esclamazione ricorrente di mia nonna, che era cattolica. Per lei la domenica era un giorno sacro, in cui si riposava, si mangiava il cibo più prezioso e si condivideva ‘nnu picca de tutto’ (un poco di tutto) con amici e parenti”.
È un invito a vivere in modo genuino, come quello che ha vissuto nei paesi del caffè e che sta cercando di portare nella sua Puglia, creando connessioni con realtà che hanno la sua stessa visione.

Nnu picca de tutto, anche di cambiamento e sinergie pugliesi
“Se mi chiedono ‘Perché non facciamo qualcosa insieme?’ la mia risposta è sempre sì, perché bisogna fare”.
Francesca ha la percezione che tra i giovani pugliesi ci sia voglia di cambiamento, di creare sinergie, di osare, di divulgare cultura (nel suo caso del caffè), attraverso attività e momenti di condivisione.
È lei che ha spinto i ragazzi di Burro cafe di Ostuni a osare, a proporre solo caffè specialty e non piegarsi a offrire altro caffè, seguendo il ritmo della vita lenta in Puglia.
Proprio all’inaugurazione di Burro, ha conosciuto Gianvito Fanelli e Mariaserena Roberto, fondatori di Dancing circles. Quando le hanno proposto di creare al LOI di Conversano una colazione con Masseria Moroseta e due workshop a tema caffè, ha risposto loro, ovviamente, sì. E ha fatto bene: i workshop sono stati un successo e la cosa che l’ha stupita in positivo è che i partecipanti erano tutti appassionati, nessun professionista del settore, che volevano approfondire il mondo del caffè.
Santa Domenica è il risultato di viaggi, incontri, tempo. Ci vogliono dedizione, sacrificio e connessioni quanto basta per portare in una tazzina un buon caffè, così come un buon vino o un buon cibo. È un percorso che attraversa luoghi e persone, e arriva fino in Puglia, dove Francesca sta facendo un lavoro straordinario: promuovere il caffè di qualità, ma anche il territorio.
Quando tutto questo si sente, si assapora e si riconosce, è Santa Domenica.
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